Esiste una storia che forse può spiegare la visuale ciclica presente nel nuovo album di Erykah Badu, New Amerykah Part Two: Return Of The Ankh. Questa storia riguarda la visita a un prete Santero a Cuba nel 1999. La Badu indossava un vestito bianco e, nonostante la forte umidità, anche il suo caratteristico torreggiante copricapo. Mentre, seduta sul marciapiede polveroso, aspettava di entrare nella casa di Ifa, un giovane uomo dall’aspetto singolare le si sedette accanto, aprì una lattina di birra, si accese una sigaretta e cominciò a chiacchierare con un tale che, così pensò Erykah, era in attesa di una seduta. Poco dopo la porta si aprì, comparve un’anziana e gentile signora che le diede il benvenuto; il giovane uomo, in bermuda di jeans bianchi e con una sbiadita maglietta sportiva americana, li seguì all’interno della casa. Non capendo il motivo della sua presenza, Erykah si sentì a disagio, non le piaceva l’idea che un estraneo fosse presente alla sua seduta. E poi capì: questo giovane uomo era il prete. Il ragazzo proveniva da una lunga discendenza di preti stimati e rispettati. Non aveva bisogno di indossare vesti elaborate o di evidenziare la sua fede con manifestazioni esteriori. Lui era e basta. Da quel momento Erykah si liberò del suo copricapo, sia fisicamente sia in senso figurato. Quando la Badu parla del “ritorno dell’ankh”, non significa che vuole ritornare a indossare il suo turbante o gli altri accessori che ricordano l’epoca Baduizm del 1997. Il ritorno dell’ankh indica molto di più: è il ritorno di un sentimento, delle emozioni che la rendono creativa e intensa, di tutto quello che fa di lei Badu. Erica Wright, questo è il suo vero nome, nasce il 26 febbraio 1971 a Dallas, Texas. Eredita il gusto per la musica da sua madre Kolleen Wright che le fa conoscere diversi generi musicali (Joni Mitchell, Parliament-Funkadelic, Pink Floyd, Phoebe Snow, Chaka Khan). Alla tenera età di quattro anni la Badu comincia a cantare e ballare presso il Dallas Theatre Centre della zona. Con il suo debutto di attrice nella produzione musicale “Really Rosie”, diretta dalla madrina Gwen Hargrove al Martin Luther King Jr. Recreational Center, Erykah capisce di essere una performer naturale. “Facevo la parte dell’Alligatore,” racconta la Badu, “e a sei anni ho avuto la mia prima standing ovation. Da quel momento ho capito che volevo conquistare le persone.” Erykah Badu segue le proprie inclinazioni artistiche e, alla fine degli anni ottanta, s’iscrive alla Booker T. Washington High School for Performing Arts. Un po’ maschiaccio e clown della classe, la Badu dedica la maggior parte del suo tempo a perfezionare la danza, studiando le tecniche di Martha Graham e Katherine Dunham, ed esercitandosi nel balletto, nel tip tap e nella danza moderna. Erykah affila anche il suo talento hip-hop facendo freestyling alla stazione radiofonica 90.9 FM KNON di Dallas con lo pseudonimo Apples the Alchemist; poi decide di cambiare lo spelling del suo nome da “Erica Wright” a “Erykah Badu”: “kah” è la parola kemetica (egiziana) che indica l’energia vitale dell’uomo, il proprio io interiore mentre “ba-du” è riferito al suo stile scat jazz preferito. In seguito Erykah scoprirà che il nome da lei scelto ha un significato ben più profondo. La Badu s’iscrive alla Grambling State University, dove studia Teatro come prima materia e Fisica Quantistica come seconda. Nel 1993 lascia gli studi per dedicarsi a tempo pieno alla musica. Durante il giorno insegna arte drammatica e danza al South Dallas Cultural Center e lavora come cameriera in un bar. Di sera registra e canta canzoni come “Appletree”, prodotta da suo cugino Robert “Free” Bradford. Nel 1994, grazie al SXSW music festival, il suo demo di 19 tracce attira l’attenzione dell’ambizioso produttore discografico Kedar Massenburg, che la mette sotto contratto per la sua nuova etichetta, la Kedar Entertainment. La società viene poi incorporata con la Motown/Universal ed Erykah comincia ad
Esiste una storia che forse può spiegare la visuale ciclica presente nel nuovo album di Erykah Badu, New Amerykah Part Two: Return Of The Ankh. Questa storia riguarda la visita a un prete Santero a Cuba nel 1999. La Badu indossava un vestito bianco e, nonostante la forte umidità, anche il suo caratteristico torreggiante copricapo. Mentre, seduta sul marciapiede polveroso, aspettava di entrare nella casa di Ifa, un giovane uomo dall’aspetto singolare le si sedette accanto, aprì una lattina di birra, si accese una sigaretta e cominciò a chiacchierare con un tale che, così pensò Erykah, era in attesa di una seduta. Poco dopo la porta si aprì, comparve un’anziana e gentile signora che le diede il benvenuto; il giovane uomo, in bermuda di jeans bianchi e con una sbiadita maglietta sportiva americana, li seguì all’interno della casa. Non capendo il motivo della sua presenza, Erykah si sentì a disagio, non le piaceva l’idea che un estraneo fosse presente alla sua seduta. E poi capì: questo giovane uomo era il prete. Il ragazzo proveniva da una lunga discendenza di preti stimati e rispettati. Non aveva bisogno di indossare vesti elaborate o di evidenziare la sua fede con manifestazioni esteriori. Lui era e basta. Da quel momento Erykah si liberò del suo copricapo, sia fisicamente sia in senso figurato. Quando la Badu parla del “ritorno dell’ankh”, non significa che vuole ritornare a indossare il suo turbante o gli altri accessori che ricordano l’epoca Baduizm del 1997. Il ritorno dell’ankh indica molto di più: è il ritorno di un sentimento, delle emozioni che la rendono creativa e intensa, di tutto quello che fa di lei Badu. Erica Wright, questo è il suo vero nome, nasce il 26 febbraio 1971 a Dallas, Texas. Eredita il gusto per la musica da sua madre Kolleen Wright che le fa conoscere diversi generi musicali (Joni Mitchell, Parliament-Funkadelic, Pink Floyd, Phoebe Snow, Chaka Khan). Alla tenera età di quattro anni la Badu comincia a cantare e ballare presso il Dallas Theatre Centre della zona. Con il suo debutto di attrice nella produzione musicale “Really Rosie”, diretta dalla madrina Gwen Hargrove al Martin Luther King Jr. Recreational Center, Erykah capisce di essere una performer naturale. “Facevo la parte dell’Alligatore,” racconta la Badu, “e a sei anni ho avuto la mia prima standing ovation. Da quel momento ho capito che volevo conquistare le persone.” Erykah Badu segue le proprie inclinazioni artistiche e, alla fine degli anni ottanta, s’iscrive alla Booker T. Washington High School for Performing Arts. Un po’ maschiaccio e clown della classe, la Badu dedica la maggior parte del suo tempo a perfezionare la danza, studiando le tecniche di Martha Graham e Katherine Dunham, ed esercitandosi nel balletto, nel tip tap e nella danza moderna. Erykah affila anche il suo talento hip-hop facendo freestyling alla stazione radiofonica 90.9 FM KNON di Dallas con lo pseudonimo Apples the Alchemist; poi decide di cambiare lo spelling del suo nome da “Erica Wright” a “Erykah Badu”: “kah” è la parola kemetica (egiziana) che indica l’energia vitale dell’uomo, il proprio io interiore mentre “ba-du” è riferito al suo stile scat jazz preferito. In seguito Erykah scoprirà che il nome da lei scelto ha un significato ben più profondo. La Badu s’iscrive alla Grambling State University, dove studia Teatro come prima materia e Fisica Quantistica come seconda. Nel 1993 lascia gli studi per dedicarsi a tempo pieno alla musica. Durante il giorno insegna arte drammatica e danza al South Dallas Cultural Center e lavora come cameriera in un bar. Di sera registra e canta canzoni come “Appletree”, prodotta da suo cugino Robert “Free” Bradford. Nel 1994, grazie al SXSW music festival, il suo demo di 19 tracce attira l’attenzione dell’ambizioso produttore discografico Kedar Massenburg, che la mette sotto contratto per la sua nuova etichetta, la Kedar Entertainment. La società viene poi incorporata con la Motown/Universal ed Erykah comincia ad